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- Incontra Mélanie Thierry, in esclusiva dansRivista normale n. 10 -

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INTERVISTA ESCLUSIVA

Hai scattato con Paolo Roversi, Jean-Baptiste Mondino, Peter Lindbergh che sono dei grandi fotografi. Con il progredire di questi scatti, ti sei sentito più libero in relazione a your body, meno timido?

Quando ero giovane mi divertivo molto a fare le foto, amavo l'attenzione che ricevevo e soprattutto la storia che veniva raccontata. Creare una storia, inventarla e poi seguirla è una cosa che mi affascina sempre. Con il senno di poi, penso che solo quei fotografi offrissero davvero una storia e che la maggior parte delle volte facevo foto che raccontavano poco, il che provoca una certa noia, una certa resistenza. Quello che mi piace di Lou è che ti permette di prenderti il tempo per inventare un'atmosfera, una storia vera, ed è lì che si unisce ai fotografi con cui mi piaceva fare foto. .
 

Sapevi che all'epoca questi fotografi erano già considerati delle leggende?

Sì. Gli anni '90 sono stati gli anni delle top model, erano su tutte le copertine delle riviste. C'era entusiasmo intorno alle modelle e io seguivo la moda molto da vicino perché la amavo e mi faceva sognare. Quindi conoscevo necessariamente le loro foto.

Ha accennato al rapporto con il corpo in base all'età, questo rapporto si è evoluto?

Sì. Onestamente, mi sono detto che se dovevo fare foto di nudo, era adesso e non tra 15 anni. Mi sento completamente in sintonia con il mio corpo e la mia femminilità. Accetto cosa va e cosa va meno ! Ho un corpo da donna, con i suoi difetti, ma mi piace. Dopo due figli il corpo inevitabilmente cambia ma oggi il mio corpo mi parla molto di più rispetto a quando ero più piccola. Tra i 14 e i 16 anni mi sentivo molto a mio agio con il mio corpo. Pensavo di essere piuttosto carino. È con il mondo della moda che ho sviluppato dei complessi. Sottolineano i tuoi difetti, che le tue gambe non sono abbastanza lunghe, ecc. Piccoli dettagli del genere, gettati in giro dalle persone del settore. Le persone alla moda non fanno il pizzo. Ho avuto un periodo in cui ero più fragile, più sensibile, alcune di queste parole a volte mi destabilizzavano. Ma col tempo, ci riprendiamo.

Come modella, cosa cerchi di condividere con il fotografo: la forza? Sensualità? Spontaneità?

È tutto un po' spontaneo ! Cerchiamo di produrre immagini che rimangano nel tempo, che evochino qualcosa, che provochino un'emozione improvvisa. Non cerco assolutamente di riempire le pagine delle riviste ma di creare storie vere.

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